Innanzitutto, cosa significa argomentare?
Argomentare significa “sostenere con argomenti” la propria opinione, esporre il proprio punto di vista – la propria tesi – intorno a un tema o a un problema, illustrarlo e difenderlo in un confronto, attraverso opportuni ragionamenti (argomenti o argomentazioni) e opportune prove, allo scopo di ottenere il consenso di che ascolta o legge e convincerlo della validità e utilità oppure della falsità o inutilità di ciò che si dice e, in definitiva, influire sul comportamento del destinatario.
Righe 1/6 – introduzione dell’argomento
Sintesi: I particolari che mi riferisce sulla conversazione avvenuta a corte mi inducono a tornare a ragionare sull’uso di utilizzare le Sacre Scritture in discussioni di tipo scientifico; in particolar modo mi riferisco al passaggio del libro di Giosuè (vedi nota 5 a pag 192) impiegato per confutare la teoria eliocentrica.
Righe 7/13 - Tesi 1 a
Sintesi: Le Sacre Scritture non possono mai errare. Possono però errare, talvolta, i loro interpreti ed espositori.
L’errore più grave e più frequente è quello di fermarsi al significato letterale delle parole.
Righe 13/16 Confutazione della tesi opposta a 1 a (antitesi)
Sintesi: se ci si fermasse al significato letterale delle parole, troveremmo nelle Scritture non solo molte contraddizioni, ma anche gravi eresie e bestemmie (daremmo, per es. a Dio un corpo fisico e una psicologia umana - emozioni come ira e pentimento; dimenticanza delle cose passate e ignoranza delle future…)
Righe 16/20 Tesi 1 b
Sintesi: affermazioni che accolte letteralmente devono essere considerate lontane dalla verità, sono presenti nella Sacra Scrittura perché essa ha lo scopo di adattarsi, attraverso un linguaggio simbolico e immaginifico, alla limitata capacità di comprensione delle persone semplici.
Dovere degli interpreti sarebbe quello di comprendere e spiegare a chi è in grado di comprenderlo perché certi concetti sono stati espressi con immagini simboliche e quale significato autentico ci sia dietro ad esse.
Righe 21/26 Conclusione tesi 1 (a+b) e introduzione della tesi 2
Sintesi: Appurato che (Stante che…) in alcune sue parti la Scrittura ha necessità di esprimersi in forme diverse dalla realtà apparente, mi pare che nelle discussioni di ordine scientifico non dovrebbe essere utilizzata.
Questo perché sia la Sacra Scrittura che la Natura discendono da Dio. La Scrittura in quanto dettata dallo Spirito Santo, la Natura in quanto esecutrice implacabile degli ordini di Dio.
Righe 26/34 Esposizione tesi 2
Sintesi: scopo delle S. Scritture è quello di adattarsi alle capacità di comprensione delle persone semplici, usando, se necessario a questo obiettivo, parole ed espressioni in senso simbolico e non letterale; all’incontrario, la Natura è inesorabile esecutrice delle leggi che le sono state imposte e non ha alcun interesse che i suoi modi di operare siano o meno compresi dagli uomini.
Considerato questo non dobbiamo mai considerare inesatta una conclusione a cui siamo arrivati attraverso sensata esperienza (esperienza condotta attraverso i sensi) e necessarie dimostrazioni (ottenute attraverso esperimenti) solo perché apparentemente non si accorda con quanto dicono le S.Scritture.
Righe35/43 Confutazione dell’antitesi alla tesi 2 (espressa attraverso domanda retorica)
Sintesi: Se le Scritture, con lo scopo di adattarsi alla capacità di comprensione dei popoli rozzi, non hanno esitato a descrivere lo stesso Dio in maniera così diversa dalla sua vera natura, chi vorrà sensatamente affermare che, messo da parte il loro scopo originario, per parlare pur brevemente di astronomia, abbiano voluto attenersi rigorosamente allo stretto significato delle parole?
Righe 44/47 Ripresa delle tesi 1 e 2 e loro sintesi.
Considerato questo (Stante questo…), ed essendo, per di più, evidente che due verità non possono contraddirsi, gli espositori delle S. Scritture devono decifrare il vero significato delle Scritture accordandolo a quelle verità scientifiche di cui la sensata esperienza e le necessarie dimostrazioni ci hanno resi certi.
Anzi, siccome le Scritture ammettono un’esposizione diversa da quella letterale crederei fusse prudentemente fatto se si evitasse di utilizzare esempi tratti da esse per sostenere o confutare tesi di natura scientifica.
Serie di domande retoriche conclusive
Chi può desiderare di frenare gli ingegni umani?
Chi vorrà affermare che già si conosce tutto quanto nell’universo è conoscibile?
Oltre ai precetti relativi alla fede e alla salvezza dell’anima, contro i quali non c’è alcun pericolo che possa sorgere una dottrina valida ed efficace, sarebbe un ottimo consiglio non volerne attribuire altri (cioè relativi alle leggi della natura) alle Scritture. E quanto maggior disordine si genererebbe se ad attribuirli fossero persone che ignoriamo se siano ispirate veramente da Dio, ma delle quali quali sappiamo che certamente di Scienza non capiscono nulla?